I prodotti alimentari italiani nel mondo: un patrimonio da difendere 1

I prodotti alimentari italiani nel mondo: un patrimonio da difendere

I prodotti alimentari italiani nel mondo: un patrimonio da difendere 3

Chiedendo a chiunque di qualsiasi nazione cosa conosca dell’Italia, la risposta non può che comprendere uno dei tanti prodotti alimentari che sono diventati il nostro segno di riconoscimento.

Da sempre la cucina italiana è, all’estero, sinonimo di varietà e qualità. La ricchezza dei sapori, la capacità di saper sfruttare le peculiarità del territorio per coltivare il giusto prodotto in ogni ambiente e la tecnologia affinata negli anni per ottenere la lavorazione migliore da ciò che coltiviamo e alleviamo, ha fatto si che il settore alimentare diventasse, per l’Italia, uno di quelli di punta nell’export e una delle ragioni per cui il nostro Paese è tanto apprezzato all’estero.

L’agroalimentare italiano vanta attorno ai 250 prodotti DOC, DOP, IDP e STG riconosciuti dalla Comunità Europea e oltre 5.000 prodotti tipici regionali: ogni paesino, ogni angolo d’Italia propone al visitatore una diversa specialità, un prodotto tipico che non si trova in nessun altro posto con le medesime caratteristiche. Tra i settori con il più alto numero di certificati di origine ci sono quello ortofrutticolo e dei cereali, il settore caseario, quello dell’olio di oliva e il settore legato alla preparazione delle carni. Tra le regioni con il maggior numero di riconoscimenti, spiccano Emilia-Romagna e Veneto (fonte ISTAT).

All’estero, la dieta mediterranea è tra le più quotate al mondo e con essa i prodotti che la compongono: paste fresche e ripiene, salse di pomodoro, latticini e formaggi tipici quali la mozzarella di bufala e il Parmigiano Reggiano, l’olio d’oliva, il prosciutto crudo, il pesce azzurro, il settore della pasticceria (es. pan di spagna) e il comparto enologico. Da anni ormai, tutto ciò fa di noi i principali esportatori di prodotti agroalimentari nel mondo.

Uno dei vantaggi delle piccole produzioni tutelate, è quello di poter essere portate avanti in aree non sempre adatte alle grandi produzioni, come per esempio le zone montane: in un Paese con una superficie pianeggiante limitata, sfruttare le potenzialità del terreno e del clima nelle diverse declinazioni, è di vitale importanza; farlo diventare il punto di forza, un grande valore aggiunto. Inoltre, la riscoperta di vecchie colture sta attraendo le giovani generazioni, spesso con lauree nel settore agroalimentare o economico, in cerca di un lavoro in sintonia con dei ritmi di vita più a misura d’uomo.

La tutela del made in Italy ha fatto un passo avanti anche grazie alla legge 4/2011, che prevede l’indicazione sull’etichetta, del luogo d’origine o di provenienza dei prodotti alimentari: in questo modo, si argina il problema delle produzioni estere, con caratteristiche simili agli alimenti italiani, ma di qualità nettamente inferiore, che però rischiano di confondere il consumatore e inquinare il mercato.

Durante la crisi degli ultimi anni, il comparto agroalimentare è tra quelli che meno hanno sofferto, mantenendo alti livelli di crescita e di esportazione e contribuendo a far ripartire l’economia italiana: l’auspicio degli operatori del settore è che le autorità competenti aumentino sempre più le tutele a protezione del prodotto italiano di qualità e nel contempo continuino a promuovere  l’unicità del made in Italy nel settore alimentare.