C’è una relativa uniformità nella composizione chimica del latte quando si confrontano mucche della stessa razza che seguono una dieta simile. Tuttavia,
i valori medi variano considerevolmente tra mucche di razze diverse.
Le caratteristiche più importanti del latte sono sicuramente la sua variabilità, modificabilità e complessità. Per quanto riguarda la variabilità, dal punto di vista compositivo, non è possibile parlare di un tipo di latte specifico a causa delle naturali differenze tra le specie o anche tra le stesse specie in base alla regione in cui vivono.
I fattori che influenzano la variabilità sono ambientali, fisiologici e genetici. Per quanto riguarda l’ambiente parliamo del cibo e del clima. In quelli fisiologici troviamo invece malattie come la mastite e abitudini di mungitura.
Per quanto riguarda i fattori genetici citiamo invece la razza, le caratteristiche individuali all’interno della stessa razza e la selezione genetica.
Per quel che concerne la sua composizione ed eventuali alterazioni il latte è il terreno adatto per lo sviluppo di microrganismi, che causano cambiamenti nella sua composizione, mentre l’elemento del latte che presenta la maggiore variabilità è il grasso. Inoltre, questa variazione può essere osservata anche tra le mucche della stessa razza che ricevono cibo diverso, a testimonianza di quanto il cibo sia in grado di influire sulla qualità del prodotto finale. In questo caso, il fattore che interferisce maggiormente nella percentuale di grassi nel latte è la concentrazione di fibre nella dieta o comunque il valore nutritivo del foraggio. Pertanto, maggiore è la concentrazione di fibra, maggiore è il grasso nel latte a causa della proporzione di acidi grassi prodotti durante la ruminazione, a seconda della differenza nelle diete.
La percentuale di solidi non grassi (SNG) può anche variare a seconda del tipo di cibo fornito agli animali, ma la variazione è molto più bassa di quanto osservato in relazione alla percentuale di grasso stesso. L’aumentare di questo valore nella dieta delle mucche ad alta produzione può portare ad un aumento fino allo 0,2% nella percentuale di SNG. È importante evidenziare che la variazione di SNG è ciclica, soprattutto a causa della variazione del livello di proteine del latte, che dimostra l’importanza di questo parametro per la valutazione delle prestazioni industriali del prodotto.
La percentuale di SNG diminuisce progressivamente con l’età dell’animale. Così, all’interno di un ciclo di lattazione, i SNG hanno una variazione inversa rispetto alla curva di produzione di latte. In pratica, durante il primo mese il valore SNG è elevato, decrescente al secondo mese quando c’è il picco della produzione di latte e aumenta nuovamente alla fine dell’allattamento, quando la produzione diminuisce. Alcune malattie che si verificano nelle mucche, in particolare la mastite, possono causare alterazioni significative nella composizione del latte.
Gli animali con mastite clinica o subclinica mostrano una diminuzione Della percentuale di grassi e SNG, nonché riduzione dei livelli di lattosio e In alcuni casi di proteine.
Per questo motivo, e scongiurare così l’insorgere di fattori in grado di alterare la qualità del latte che viene prodotto, gli operatori del settore ricorrono alla tecnologia più moderna ed in grado di effettuare in ogni momento un controllo qualità latte che possa evidenziare eventuali anomalie.
Bentlley Instruments è una azienda presente nel settore da oltre 30 anni e che propone dispositivi all’avanguardia quali BactoCount IBC & IBCm tra l’altro, entrambi in grado di indicare in tempo reale la carica batterica del latte. Questa importante realtà del settore commercializza inoltre SomaCount FC, che è un dispositivo pensato appositamente per effettuare il conteggio delle cellule somatiche latte e SomaCount FCM, che va invece a segnalare in maniera tempestiva la presenza di infezioni nelle mammelle degli animali.