Che cosa sono le traduzioni legalizzate 1

Che cosa sono le traduzioni legalizzate

Che cosa sono le traduzioni legalizzate

Una traduzione legalizzata si rende necessaria nel momento in cui si ha bisogno di fare valere nel nostro Paese un documento o un atto che sono stati rilasciati da una autorità straniera. L'agenzia di traduzioni di Udine, Giuliana Bonificio ci spiega tutto quello che dobbiamo sapere a riguardo. La legalizzazione avviene presso la rappresentanza consolare o diplomatica italiana nel Paese di riferimento. Chi intende richiedere la legalizzazione e usufruirne è tenuto a presentarsi all'ufficio consolare, dopo aver concordato un appuntamento, con l'originale dell'atto che deve essere legalizzato. I documenti e gli atti devono essere sempre tradotti in lingua italiana, a meno che non siano stati redatti su modelli plurilingue sulla base delle convenzioni internazionali.

Non può mai mancare il timbro che reca la dicitura "per traduzione conforme", fermo restando che ad attestare la conformità può essere lo stesso traduttore nei Paesi in cui è prevista la figura giuridica del traduttore ufficiale: spetta all'ufficio consolare, poi, legalizzare la firma in questione. Viceversa, nei Paesi in cui l'ordinamento locale non prevede questo tipo di figura, non si può fare a meno di optare per la certificazione di conformità proveniente dall'ufficio del consolato. Il pagamento dei diritti per gli atti da tradurre avviene sulla base di quanto indicato dalla tariffa consolare in vigore.

La necessità di provvedere alla legalizzazione dei documenti e degli atti che sono stati rilasciati da autorità straniere nei Paesi che hanno firmato la Convenzione dell'Aia del 5 ottobre del 1961 (che riguarda l'abolizione della legalizzazione degli atti pubblici stranieri) è stata sostituita da una formalità differente, che consiste nell'apposizione della postilla. Un soggetto che proviene da uno di questi Paesi, di conseguenza, non è tenuto a rivolgersi alla rappresentanza consolare per chiedere la legalizzazione, ma si può limitare a fare riferimento all'autorità interna competente per usufruire dell'apposizione sul documento dell'apostille. A questo punto il documento può essere riconosciuto anche sul territorio italiano. Per sapere qual è l'autorità di competenza è sufficiente controllare l'atto di adesione del Paese alla convenzione, anche se nella maggior parte dei casi si tratta del Ministero degli Esteri.

I riferimenti normativi in materia, oltre alla già menzionata Convenzione dell'Aja, sono rappresentati a livello nazionale dal Decreto Legislativo n. 71 del 3 febbraio del 2011 e dal D. P. R. n. 445 del 28 dicembre del 2000: il primo è relativo all'ordinamento e alle funzioni degli uffici consolari, mentre il secondo corrisponde al Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa. Da ricordare anche la Convenzione di Londra che risale al 7 giugno del 1968.