Rosso De Vilde è il nuovo colore brevettato da Evan De Vilde, fondatore dell’Archeorealismo, una corrente artistica contemporanea basata sulla fusione di archeologia e modernità in opere concettuali. L’artista partenopeo ha lungamente studiato gli affreschi dell’antica Pompei, fonte di ispirazione per storici, archeologici e cultori dell’arte. Se da una parte è vero che negli affreschi emerge in modo chiaro la presenza di una sfumatura di rosso – definito “rosso pompeiano” – dall’altra De Vilde era convinto che questa tinta non poteva rappresentare un unicum.
Per questo motivo ha condotto lunghi studi fotografando i vari “rossi” e le mille sfumature di ogni affresco: un lavoro durato un anno alla fine del quale l’artista ha estrapolato un pantone codice colore ricorrente nelle pitture murali di Pompei. Il lavoro si è servito di un modello matematico su base di medie e mode statistiche, un supporto fondamentale grazie il quale ha visto la luce un nuovo codice colore – ED1012 – chiamato Rosso De Vilde. L’artista napoletano presenterà la ricerca in anteprima presso il Museo Archeologico di Napoli.
Lo studio sul Rosso de Vilde è stato condotto partendo dalla visione olistico che sottende all’arte di Evan De Vilde: l’Archeorealismo. L’idea di base di questa nuova corrente è quella di reperire oggetti del passato di varia natura, sia manufatti archeologici che antichi fossili o pergamene provenienti da ogni parte del mondo, ed inserire gli stessi in strutture moderne, ottenendo in tal modo suggestive realizzazioni artistiche. Si tratta di una visione innovativa della realtà che ha delle evidenti implicazioni filosofiche, storiche, psicologiche, fisico-matematiche, sociologiche ed artistiche.
Alla base di tutto c’è un vero e proprio atto d’amore verso la materia da parte dell’artista. Questi infatti lascia assolutamente integri i reperti archeologici utilizzati, e ad essi aggiunge la profonda convinzione del valore educativo e didattico del lavoro svolto. Per Evan De Vilde il recupero della memoria è un diritto e un dovere per ognuno di noi e l’artista ha il compito di rendere intellettualmente leggibile ciò che altrimenti è condannato ad un colpevole oblio.
Le opere di Archeorealismo sono oggetti d'arte archeologica riprogettati secondo schemi avanguardistici che vanno al di là della semplice museografia o museologia. Un’idea più chiara è stata resa possibile, nel 2016, grazie a due mostre a cui Evan De Vilde ha partecipato: nel mese di febbraio nello spettacolare scenario di Castel dell’Ovo a Napoli (per “Scriptura”), e a maggio in una collettiva (Terra Felix) presso il Castello di Riardo, in provincia di Caserta.