I 5 vini a bacca bianca più diffusi in Italia 1

I 5 vini a bacca bianca più diffusi in Italia

Freschi, seducenti, a volte capricciosi, i vini bianchi sono da sempre il simbolo di un’eleganza accennata, evocata, a tratti quasi effimera. La produzione nostrana ci ha abituato a prodotti eccelsi e di gran valore. Ma quali sono i vini a bacca bianca più diffusi in Italia?

 

Glera

Basta un’occhiata per capire quando il Glera, uno dei vitigni a bacca bianca più celebri del nostro paese, è giunto a piena maturazione. Il colore dei suoi grappoli diventa di un giallo dorato emozionante, unico. I filari delle colline sulle quali viene allevato splendono come piccoli camei, indicando che è arrivato il momento di mettersi al lavoro. E che lavoro! Da quest’uva, dalle origini sconosciute, si ricava il Prosecco, il prodotto che forse tutto il mondo ci invidia.

Il disciplinare stabilisce infatti che questo vino debba contenere almeno l’85% di Glera. Il resto sono aggiunte, nobili, eccellenti, ma pur sempre aggiunte. Il grande protagonista è lui, il vitigno capace di cambiare profumo in base al luogo nel quale viene coltivato. Se in pianura infatti predominano i sentori floreali, in collina hanno la meglio gli echi agrumati e i piacevoli sentori di mela verde.

Suadente ed elegante, il Glera, vinificato con Metodo Charmat, regala nel calice una veste giallo paglierino brillante resa stuzzicante da un vivace perlage che solletica l’olfatto. La palette aromatica narra storie di frutta che trovano il loro epilogo in un tipico sentore di lieviti e di crosta di pane. Il sorso è sapido, fresco, perfetto per un antipasto, un brindisi romantico ma anche una bollicina nata per esaltare piatti raffinati a base di crostacei e frutti di mare.

Il Glera viene coltivato soprattutto in Veneto e in Friuli-Venezia Giulia ma è soprattutto questa regione che negli ultimi anni ci ha riservato una graditissima sorpresa dal nome unico e inconfondibile: Ribolla Gialla Brut. La coltivazione di questo vitigno autoctono friulano è in continua ascesa e ha conquistato velocemente il suo posto nella hall of fame delle bollicine italiane.

Solare e allegro o misterioso e denso in base alla tempistica della macerazione, la Ribolla Gialla Brut viene prodotta con eccellenti risultati soprattutto nella zona tra Palmanova e Aquileia. Tra le etichette più apprezzate ricordiamo quella proposta da Villa Vitas, una storica cantina di Strassoldo, che ha colto l’intima essenza di questo vitigno, regalandoci un bianco fresco, snello, ricco di interessanti echi floreali. È senza dubbio un vino che merita un’attenta degustazione, immersi nella suggestiva location della splendida villa settecentesca nella quale si può anche soggiornare.

 

Pinot Grigio

Il Pinot Grigio sembra ricalcare alle perfezione le stagioni della vita di un uomo. In gioventù è energico, allegro, eclettico. Il trascorrere del tempo gli regala una nuova veste, un carattere più profondo, riflessivo. I caratteri varietali terziari prendono il sopravvento e nel calice ci ritroviamo un vino quasi da meditazione, da centellinare con cura e attenzione. Nato da una costola di sua maestà il Pinot Noir, in Italia ha trovato il terroir d’elezione in zone come il Friuli Venezia Giulia, il Trentino Alto Adige, il Veneto e la Lombardia.

È un’uva che ama il freddo, il clima pungente e che regala ai suoi estimatori un aroma determinato in gran parte sia dal luogo di provenienza sia dal metodo di produzione. In linea di massima è ricco di profumi fruttati, ben strutturati e perfetti per ricette importanti, a base di pesci saporiti e grassi. Una chicca? L'abbinamento con il tartufo, imperdibile!

 

Trebbiano Toscano

Quanta strada ha dovuto fare il Trebbiano per diventare un bianco apprezzato per la sua semplicità, per la struttura amabile che piace a tutti i palati. Il Trebbiano Toscano è come un amico fraterno, rassicurante che non scatena passioni ed estasi improvvise ma c’è sempre quando si ha bisogno di lui. Fa parte della grande famiglia dei Trebbiani e pare che fosse già noto agli Etruschi e ai Romani. Fondamentale per la produzione del celebre Vin Santo, il Trebbiano Bianco ha un punto di forza invidiabile: la forte acidità. Questo tipico carattere varietale lo rende perfetto per accompagnare pasti leggeri, formaggi freschi e timide verdure.

 

Chardonnay

Non sappiamo con certezza da dove arrivi lo Chardonnay. C’è chi ritiene che sia balcanico, chi invece più spostato verso il Medio Oriente. In realtà poco importa il luogo di nascita. Il tributo doveroso va invece a quei monaci cistercensi dell’Abbazia di Pontigny, in Borgogna, che se ne presero cura con dedizione nel Medioevo, permettendo la sua diffusione successiva tanto che lo Chardonnay oggi è uno dei vitigni più allevati al mondo.

Forte, intenso, acido quanto basta, viene coltivato soprattutto in Trentino e in Friuli. La derivazione dal Pinot Noir si sente negli echi terziari dell’aroma che sprigionano un chiaro sentore di funghi, rocce e terra. Il bouquet olfattivo è piacevolmente fruttato, mentolato e dotato di echi affumicati dovuti all'eventuale passaggio in barrique. Il suo regno incontrastato è quello dei primi piatti a base di pesce anche se va provato assolutamente con la cucina indiana, soprattutto quella vegetariana.

 

Catarratto

Dire Catarratto è come dire Sicilia. Questo vitigno a bacca bianca infatti è uno dei regali ai quali ci ha abituato la Trinacria, isola generosa, dove il mare, il sole e il grande vulcano confezionano prodotti unici e inimitabili. Utilizzato come uva da taglio. negli ultimi anni, grazie all’impegno di viticoltori coraggiosi, è diventato un assoluto protagonista della tavola.

Elegante, distinto, trova la sua tipicità nel carattere fortemente minerale. Non è un vino snello, ma è dotato di un corpo intenso che si lascia bere con emozione. Gli abbinamenti ideali? Con salumi forti, formaggi mediamente stagionati e perché no, anche con la pizza!

In conclusione, i vini a bacca bianca sono tra i più importanti rappresentanti del mondo enologico italiano. C’è un segreto però per gustarli al meglio, la temperatura di servizio che deve rispettare queste regole: per gli spumanti i 4-6°, 8-10°C per le etichette giovani e acide, 10-12°C per i bianchi più complessi e strutturati.