Prima che si diffondessero i metodi scientifici in grado di accertare la morte di una persona, in molte società si era diffuso il terrore di essere sepolti vivi.
Siamo a conoscenza di tale paura grazie alla letteratura, alla pittura, ma soprattutto grazie ai brevetti rilasciati dalla seconda metà dell’Ottocento agli inizi del Novecento, in essi vennero rappresentate le varie tipologie di bare in grado di trasmettere sicurezza nel caso in cui si venisse sepolti vivi per errore.
Ciò avveniva, nella maggior parte dei casi, per malattie come il colera o la peste, ampiamente diffuse e spesso letali, ma non sempre.
Le sei bare di sicurezza dell’Ottocento
Una delle tipologie più diffuse è quella brevettata nel 1868 negli Stati Uniti. L’idea fondamentale era che il cadavere sarebbe stato sepolto senza essere interrato, lasciando in tal modo la possibilità di uscire dalla bara e risalire ‘’in superficie’’. Tale possibilità riguardava il periodo di una settimana, nel caso in cui non avvenisse alcun ‘’risveglio’’ si procedeva con la sepoltura.
‘’Il campanello’’, si tratta di un tipo di sepoltura inventata nel 1885 e prevedeva da un lato la possibilità per il non-morto di segnalare la propria condizione attraverso il suono, sia di rimanere vivo grazie all’afflusso d’aria.
‘’Il fischietto’’ si tratta di un’invenzione del 1894 e prevedeva il posizionamento di un fischietto sopra la bara collegato alla cassa, in modo che anche in questo caso si potesse segnalare il proprio stato.
Giunti nel nuovo secolo però, la tecnologia aveva raggiunto anche i servizi di pompe funebri, nel caso specifico di questa cassa e nel caso in cui si venisse sepolti vivi, veniva aperto un serbatoio di ossigeno e la possibilità di inviare un messaggio attraverso un sistema fatto di fili. A ciò venne poi aggiunto un trasmettitore di codice Morse per consentire la comunicazione.
Essere sepolti oggi
Ad oggi una delle pratiche più diffuse per la sepoltura è quella della tumulazione, pratica offerta dall’agenzia Verano servizi, essa avviene inserendo la salma del morto all’interno di una doppia cassa in genere di legno all’esterno e di zinco all’interno, ermeticamente sigillata.
La cassa verrà poi posta in un loculo murato dall’esterno per tempi che in genere dipendono dalla concessione della struttura, dettata dalle autorità comunali sulla base della capienza dei cimiteri.
La normativa nazionale stabilisce poi un tempo massimo di 20 anni per questo tipo di sepoltura e alla scadenza della concessione del loculo i servizi cimiteriali provvedono a dare il via alle operazioni di estumulazione.