Una metafora fiabesca per cercare di capire il cambiamento dell’uomo nell’era del progresso sperando di non tornare indietro con un regresso!
La fiaba di Biancaneve aveva per protagoniste una matrigna malvagia e la sua giovane e candida figliastra; o il vero oggetto fiabesco era rappresentato dallo Specchio magico che rifletteva un’immagine non corrispondente ai desideri della Regina vanitosa? Allora, forse, protagonista è il tempo, che non concede sconti a nessuno?
Si sa, stiamo parlando di una fiaba, che probabilmente trova un finale che accontenta i cristiani sentimenti, ma siamo sicuri che per un attimo non abbiamo sorriso di fronte all’isteria della perfida matrigna, ossessionata dal suo disagio? Pensiamoci!
E se invece di due protagoniste femminili la nostra storia narrasse di uomini/Re con chiari problemi di accettazione della propria immagine? Perché forse solo di questo vogliamo scrivere, giusto per sorridere almeno un po’.
Non sono in discussione i principi morali ne’ di uomini ne’ di donne che, diversamente, vivono il proprio modo di porsi nel contesto sociale. Anche se, aggiungo, non tutto il genere umano è popolato da uomini/Re e donne/Regine (con rispetto per tutti, e per fortuna di pochi!).
Parto dal principio che oggi nell’era in cui viviamo la vanità femminile e quella maschile viaggiano sullo stesso binario:per ragioni di equità ciò è umanamente condivisibile.
Però, per dipanare un gomitolo sessista in cui si ingarbugliano tanti argomenti, sarebbe necessario porre una scala di criteri di valutazione: chi può stabilire il confine tra cura di se’ e senso estetico? Cosa inficia la mascolinità nelle arti del piacersi? E’ necessario che un uomo si lasci ispirare dalle pratiche femminili? Diciamo che si vergognano ad andare direttamente nelle farmacie o nei centri estetici per chiedere dei prodotti che aiutino l’aspetto fisico ma preferiscono acquistare i prodotti dimagranti on line, metodo di shopping preferito da tutti!
Essendo donna, mi risulta complicato capire cosa spinga molti uomini, non solo ragazzi, a delinearsi le maschie sopracciglia con finali appuntiti o, nelle peggiori ipotesi, a disegnarsi zebrati intervalli; passi pure qualche strappo di ceretta su addomi o schiene vistosamente villose, ma la libertà del tutto femminile sulle contorno occhi risulta una vanità un po’ debole nel “sesso forte”.
E che dire, degli appassionati del tatuaggio: tutto ciò che è eccesso… si vede! Aldilà delle motivazioni antropologiche e storiche dei disegni sul corpo, talvolta si esagera. Mi è personalmente capitato di incrociare in metropolitana un drago che faceva capolino tra una spalla della canottiera e un collo taurino di dimensioni tali da indurmi in atteggiamenti di autodifesa. La cosa buffa è che non ricordo il viso del portatore “nipponico”; e forse era proprio quello il risultato inatteso: ricordarsi del drago e non del suo portatore!
Stesso discorso per gli iper palestrati: un corpo eccessivamente allenato e tonico non sempre è sinonimo di successo estetico anzi! Mentre un corpo armonico nei propri limiti muscolari può appagare gli occhi delle persone più esigenti, ad ogni età.
E le creme antirughe maschili, gli smalti trasparenti per rinforzare le unghie, e quel poco di matita per sottolineare lo sguardo? Beh, no, qui si delinea il confine di cui parlavo prima.
Non riesco proprio a pensare a Re Artù o Lancillotto indaffarati in queste pratiche, poiché stiamo raccontando di uomini che si sentivano a proprio agio nelle loro calzamaglie di ferro!