Il governo dell’ex premier Draghi per la prima nella storia del nostro paese ha introdotto il Ministero della Transizione Ecologica (MITE). Sono tanti gli aspetti toccati dalla transizione ecologica, dalla mobilità, all’economia, dallo stile di vita dei cittadini alla produzione industriale. Un aspetto che riguarda piuttosto da vicino i privati cittadini è quello dell’efficienza energetica, proprio in questa fase storico-politica in cui le bollette di luce e gas sembrano fare più paura della guerra.
Il legame tra transizione ecologica ed efficienza energetica
Come abbiamo visto sopra, quindi la transizione ecologica è strettamente legata alla questione energetica. Se è vero che in Italia l’installazione di sistemi per la produzione di energie rinnovabili non è sempre così semplice, tra problemi legati alle autorizzazioni e problemi logistici, è anche vero che sia i privati che le pubbliche amministrazioni possono attrezzarsi in autonomia per rendere i loro edifici energeticamente più efficienti.
Quando parliamo di efficienza energetica vogliamo sottolineare come le risorse energetiche utilizzate diano il meglio di se, con la massima resa e il minimo degli sprechi.
Sfortunatamente la classe energetica degli edifici italiani è sconfortantemente bassa, anche se c’è una buona notizia: ci sono numerosi elementi cui si può andare a lavorare, con interventi per tutte le tasche più o meno invasivi a livello di disagio arrecato.
Proprio per favorire l’accesso a questo tipo di interventi lo stato italiano da anni ha messo in piedi un sistema di incentivi e bonus ai quali privati e pubbliche amministrazioni possono fare riferimento per coprire almeno in parte, il costo di questi efficientamenti energetici. Li vediamo nel prossimo paragrafo.
Tipologia di incentivi esistenti
Esistono attualmente due tipi di incentivi di cui si può usufruire per far fronte agli interventi destinati a migliorare l’efficienza energetica degli edifici.
L’ecobonus 50% anche chiamato “Bonus serramenti” in quanto tra gli interventi che può andare a finanziare ricorre spessissimo la sostituzione dei vecchi infissi. A chi dispone dei requisiti per richiederlo, viene accreditato il 50% del costo dell’intervento (esclusi i costi di posa e l’iva). Gli accrediti vengono erogati attraverso rate di un pari importo, rimborsati annualmente per 10 anni. È necessario, per inserirlo tra le spese detraibili nella dichiarazione dei redditi, che il pagamento sia tracciabile e una certificazione ENA da chiedere entro 90 giorni. Nel caso degli infissi in particolare è necessario che i nuovi serramenti migliorino almeno di due classi energetiche l’immobile sui quali vengono installati.
Il superbonus 110% invece ha requisiti più stringenti per poterne farne richiesta. Permette di recuperare il 110% dei costi investiti per il miglioramento dell’efficienza energetica in un lasso di tempo di 5 anni, nella forma di credito d’imposta. In questo caso i lavori di efficientamento devono essere eseguiti o su una abitazione indipendente o su un condominio nella sua interezza, e possono prevedere la sostituzione di una caldaia di classe A e la riqualificazione energetica delle pareti (ad esempio con l’intervento chiamato cappotto termico).
A questi due tipi di ammodernamenti potranno essere combinati la sostituzione dei serramenti e l’installazione di pannelli fotovoltaici che rispettino la clausola di migliorare di almeno 2 classi energetiche l’edificio.