In situazioni d’emergenza nascono nuove professioni? Si direbbe proprio di sì. Se il personal shopper (inteso come assistente ai momenti di shopping ludici) si è dovuto prendere un momento di pausa, a meno che non si sia convertito allo shopping on line, si è andato a strutturare una nuova figura per ‘fare la spesa’. La spesa di beni primari ovviamente. E’ questo il compito dell’aiuto spesa, un’iniziativa basata sull’economia collaborativa, pensata per chi non ha possibilità di fare la spesa in maniera indipendente. Le restrizioni del momento invitano soprattutto le fasce più deboli della popolazione a restare a casa e ad affidare ad altri gli acquisti nei supermercati, nei negozi o in farmacia. Non tutti però hanno la fortuna di avere un parente che abiti in zona o una vicino disponibile. Sitly, piattaforma specializzata nella ricerca di baby sitter vicino a casa, ha pensato di ampliare il suo focus proponendo alle baby sitter, ma anche a tutti coloro che sono interessati, a dare disponibilità come aiuto spesa.
Sitly è nata in Olanda dall’esigenza di una famiglia che necessitava di una baby sitter vicino a casa. L’intuizione del padre ha portato a creare questa piattaforma per la ricerca di baby sitter. Nel 2013 il progetto è stato duplicato in Italia diventando uno dei portali più importanti in questo settore lungo tutta la Penisola. Ora nuove esigenze hanno portato Jules van Bruggen, CEO e fondatore della piattaforma, a ideare questo ulteriore servizio di aiuto spesa. Come funziona? Le persone interessate all’acquisto di prodotti di prima necessità possono oggi contattare questi candidati tramite il sito, direttamente dal PC: una rapida ricerca permette di individuare le persone disposte a fare da aiuto spesa nella zona limitrofa; si fissa un colloqui on line per chiarire i dettagli, gli orari di consegna e le condizioni di pagamento e la collaborazione può essere avviata. L’aiuto spesa riceverà la lista della spesa, si organizzerà per l’acquisto e poi per la consegna a domicilio.
“Abbiamo mobilizzato tutte le baby sitter registrate alla nostra piattaforma perché in questo periodo difficile possano occuparsi della spesa a domicilio. Molte di queste baby sitter sono rimaste senza lavoro, sebbene il babysitting risulti ancora uno dei lavori che può essere svolto senza restrizioni. Attraverso il nostro sito possono trovare una nuova occupazione”, spiega Jules van Bruggen. “Ma anche Sitly ha dovuto adattarsi alla situazione adeguando il suo business in maniera repentina. Attualmente per ogni famiglia registrata che cerca una babysitter, si registrano quattro persone per chiedere il servizio di aiuto spesa”, aggiunge van Bruggen.
La registrazione alla piattaforma è gratuita e permette di effettuare la ricerca dell’aiuto spesa in modo approfondito grazie ai filtri che identificano la vicinanza, l’esperienza, la disponibilità e le referenze.
Il nuovo servizio di aiuto spesa e consegna a domicilio è stato presentato non solo in Italia ma anche in altri 10 Paesi del gruppo Sitly: Messico, Spagna, Danimarca, Norvegia, Finlandia, Belgio, Argentina, Colombia, Canada e a breve Brasile.